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Carcere di Trani, Piarulli (M5s): «Adesso si punti alla salute di tutti»

La Redazione
Il nuovo padiglione del Carcere di Trani
«Già ottenute garanzie dalla Asl Bt ed in favore dei detenuti in semilibertà e a fine pena»
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L’avvenuta attivazione del nuovo padiglione della casa circondariale maschile di Trani chiude una dolorosa vicenda dal punto di vista dell’edilizia carceraria, ma apre una nuova fase di comprensibili preoccupazioni con riferimento alla salute dei detenuti e di tutti coloro che lavorano in quella struttura.

La senatrice Bruna Piarulli, del Movimento 5 stelle – già direttrice del Carcere di Trani -, dopo essersi a lungo e positivamente spesa per favorire la chiusura della vecchia e obsoleta Sezione blu contestualmente all’apertura del nuovo padiglione, adesso punta soprattutto sulle garanzie per la salute dell’intera popolazione carceraria.

«Per questo motivo – spiega la parlamentare -, a seguito di interlocuzioni con il direttore generale dell’Asl Bt, Alessandro Delle Donne è stato assicurato un maggior numero di medici nell’intera struttura carceraria di Trani, anche in considerazione dell’apertura del nuovo plesso. Inoltre ho chiesto che si prestino visite specialistiche da parte degli stessi medici di guardia, secondo le loro specifiche specializzazioni, in modo da evitare trasferimenti dei detenuti. Il diritto alla salute è fondamentale, soprattutto, se la tutela della salute del singolo diventa tutela della salute della collettività».

Ma non è tutto. Grazie al recente decreto legge numero 137 è stato previsto che «i detenuti in semilibertà, che trascorrono già tutta la giornata fuori del carcere e vi fanno ritorno solo per dormire – fa sapere Piarulli -, potranno restare alle proprie abitazioni mediante la concessione di licenze straordinarie, riducendo i rischi di contagio, cosi come ai detenuti già ammessi alla fruizione dei permessi premio ne potranno essere concessi oltre il numero consentito,

Come previsto già nel «Cura Italia», si ha una proroga fino al 31 dicembre prossimo in modo che i detenuti con un residuo pena di 18 mesi potranno essere ammessi alla detenzione domiciliare con l’utilizzo del braccialetto elettronico, (se c’è un fine pena non superiore a sei mesi potrà non essere applicato). Sono tassativamente esclusi i soggetti particolarmente pericolosi che abbiano commesso reati di mafia, terrorismo, a sfondo sessuale o non abbiano avuto condotta regolare. Inoltre sono assicurate le video chiamate, anche una al giorno, verso familiari se ci sono minori, portatori di handicap o ricoverati.

«Questa norma, frutto di un mio emendamento – rivela la parlamentare -, mira proprio a non interrompere i rapporti con la famiglia e i figli. A tal fine voglio ricordare anche la predisposizione di un ulteriore emendamento, a prima firma, per dotare il Corpo di Polizia penitenza, al pari delle altre forze dell’ordine, di droni utili ad effettuare controlli accurati».

sabato 7 Novembre 2020

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