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Maturità 2020: sogni e progetti di quello che sarà il futuro dei neo diplomati tranesi

Alessandro Landini
Elisa d’Agostino
Il racconto di Dennis Kokoshi, Elisa d'Agostino, Marco Pellegrino e Mattia Tarantino, neo diplomati con il massimo dei voti
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“Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto” erano le parole cantate da Antonello Venditti in quello che è diventato l’inno della maturità italiana. Una frase che sta a rappresentare lo stress psicofisico al quale sono sottoposti ogni anno gli studenti che, fra poesie e formule matematiche, si accingono a sostenere gli esami di maturità. Quest’anno, però, per migliaia di maturandi Dante e Ariosto non sono state le sole preoccupazioni. Sulla loro pelle, infatti, è stata sperimentata una nuova modalità di esame, non convenzionale, che non ha permesso una fase di sperimentazione.
La didattica a distanza è stata una soluzione d’emergenza che ha permesso alla scuola di essere presente per adeguarsi ad un contesto pandemico che ne impediva la prossimità fisica.
Al fine di affrontare la chiusura di un anno scolastico certamente straordinario, il Ministero dell’Istruzione ha dovuto modificare quella che era la prassi legata agli esami di maturità emanando ordinanze straordinarie. Un solo colloquio orale, svolto in presenza davanti ad una commissione composta da sei membri interni ed un Presidente esterno, che ha sostituito quelle che erano le tre prove scritte che tanto hanno agognato intere generazioni di studenti.

Dennis Kokoshi, Elisa d’Agostino, Marco Pellegrino e Mattia Tarantino, tranesi neo diplomati con il massimo dei voti, raccontano i loro esami, sogni e progetti di vita futuri. Una chiacchierata per provare a disegnare il futuro del mondo.

Dennis Kokoshi – 5^A del Liceo classico “F. De Sanctis”: “Gli esami quest’anno sono stati particolari. Il fatto di avere tutti professori interni dopo la didattica a distanza è stato un grande aiuto in quanto ha messo a proprio agio di studenti e ha permesso una migliore valutazione. Non credo, però, siano stati più facili rispetto agli anni precedenti. Si è rispettato lo standard di difficoltà. Vorrei diventare medico, spero cardiochirurgo. La mia intenzione è rimanere a Trani, non mi piace che si abbia come formamentis il fatto che andare fuori sia più bello che rimanere”.

Elisa d’Agostino – Liceo classico “F. De Sanctis: “Non credo che gli esami siano stati più semplici ma semplicemente diversi. Abbiamo dovuto adottare tecniche diverse ed esporre tramite una nuova modalità. Il fatto che sia stato un maxi colloquio non significa che sia stata una soluzione per spianarci la strada. Credo che la difficoltà sia stata proprio il dover esplicare tutto in un’ora. Seppur abbia terminato un percorso classico ho deciso di intraprenderne uno scientifico scegliendo Chimica e Tecnologie farmaceutiche. Spero che attraverso questa facoltà possa diventare ricercatrice. Non ho ancora deciso se rimarrò a Trani, credo che mi lascerò guidare da mente e cuore, una scelta razionale e sentimentale”.

Marco Pellegrino – Liceo classico “F. De Sanctis: “C’è stata una facilitazione generale riguardo gli esami però sono stati meno appaganti. A coronamento di un percorso di 5 anni sostenere un percorso di un’ora è stato riduttivo. Se dovessi immaginarmi in futuro mi vedrei come mio padre. Ultimamente va molto di moda la concezione di emigrare: non ho deciso se rimarrò qui o andrò a studiare fuori, non escludo nulla”.

Mattia Tarantino – 5^A del Liceo classico “F. De Sanctis”: “Senza dubbio l’esperienza Covid ci ha segnati sotto diversi punti di vista. Questo ha avuto una grave ripercussione su tutta la società e quindi anche sul sistema scuola che si basa su socialità, interazione, dialogo e confronto. Venendo meno questo viene meno una parte fondamentale della scuola. Tuttavia la didattica a distanza ha rappresentato un’ottima alternativa, permettendo di mantenere una continuità con il percorso scolastico. Ho già sostenuto il test a Roma per la facoltà di Giurisprudenza. Credo che nel corso del tempo potrò essere in grado di dare la svolta che meglio credo possa permettermi di ottenere il lavoro della mia vita”.

Dennis, Marco, Elisa e Mattia fanno parte del gruppo dei maturandi che verrà ricordato come “quelli dell’esame del Covid19”, un esame senza prove scritte, svolto con mascherine, distanziamenti e misurazione della temperatura, ma anche come “quelli della maturità dell’orgoglio” di studenti e professori che non si sono arresi alle difficoltà, ad una preparazione finale svolta in solitudine, collegati online, senza potersi confrontare in presenza con docenti e compagni di scuola, mentre fuori infuriava la pandemia.

mercoledì 29 Luglio 2020

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