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Alveare. “Cara, brumosa, desolata periferia”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Una foto storica del passaggio a livello di via Corato
"Hai un passaggio a livello sgangherato che si chiude per ore e i ragazzi impazienti, come i vecchi che conoscono a memoria gli orari dei treni"
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Che nelle tue languide giornate ti adoperi per sembrare figlia prediletta della tua città, ti abbigli a festa la domenica mattina e sei silenziosa alla controra tra le case che profumano di ragù; a Natale i tuoi artigiani e commercianti, con grandi sacrifici, agghindano le strade di luminarie e Babbo Natale ti saluta tra i mandarini e i finocchi, i tuoi caffè sono già aperti quando il cielo ancora fosco si tinge purpureo a oriente mentre turchina si addormenta Venere; pretendi che le ragazze tornino a casa mezz’ora prima perché per consuetudine è pericoloso camminare tra i tuoi viottoli con i negozi spenti; hai un asilo costruito a metà e di fronte un palazzo antico demolito a metà e i due si osservano increduli mentre trattengono con la faccia paffuta fragorose risate, hai un passaggio a livello sgangherato che si chiude per ore e i ragazzi impazienti, come i vecchi che conoscono a memoria gli orari dei treni, oltrepassano senza considerare i rischi che corrono e le auto sfrecciano per passare prima che il braccio metallico si abbassi completamente, da tempo immemore rischi che quel passaggio venga murato senza un’alternativa che permetta agli abitanti della periferia di non restare isolati, ma sembra difficile trovare una soluzione per un sottovia o cavalcavia a causa di un muro fatiscente vincolato dalla soprintendenza e, a proposito di muro, a te è prospicente una villa circondata da quel muro e con un cancello che con solerzia viene aperto il mattino e chiuso al crepuscolo da un puntualissimo custode, ma alle spalle la villa resta comunque aperta e la notte alcuni ragazzini vi bivaccano ubriacandosi e vomitando per poi chiamare il 118 e la polizia che restano bloccati per un bamboccio ubriaco mentre gli amici si prendono gioco dei sanitari e delle forze dell’ordine.

Cara, sfortunata, incolpevole, periferia

Che non incontri mai, nemmeno per sbaglio, un politico e che invece, con l’approssimarsi delle votazioni, ne incroci più di uno, sorridenti e con le soluzioni in pugno, tornano a parlare del passaggio a livello, dell’asilo e tra un po’ del mercato settimanale che potrebbe bloccare il passaggio di un’ambulanza in soccorso ad uno sfortunato abitante colto da infarto di martedì; si fanno vedere, quei politici, tra le strade soleggiate e i bidoni dei rifiuti, proprio come facevano quarant’anni fa, quando mio padre mi ammoniva di non crederci perché, diceva, era solo propaganda, che lui sarebbe morto e tutto sarebbe rimasto uguale.

Ho tirato dritto con mio figlio, senza parlare.


Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona


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lunedì 26 Febbraio 2018

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