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Alveare. “Reddito di cittadinanza: dell’aiuto sociale ed altre amenità”. La rubrica di Rino Negrogno

La Redazione
Guglielmo Gianolio
Rino ospita nel suo spazio, Guglielmo Gianolio, amico e collega scrittore: "Vi spiego come funziona il meccanismo del reddito di cittadinanza"
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Questa settimana ospito nella mia rubrica il mio amico e collega scrittore Guglielmo Gianolio, geologo riqualificato a cuoco dalla Camera del Commercio e dell’Industria Tedesca (IHK). Ci spiega come funziona il reddito di cittadinanza.

Ora vi spiego, perdonatemi il verbo presuntuoso, come funziona il meccanismo del reddito di cittadinanza che chiamerò, per comodità di pensiero, aiuto sociale.

Introduzione

Nel capitalismo esistono i proprietari dei mezzi di produzione, chi per questi proprietari deve lavorare, e un esercito di persone funzionali a far in modo che chi lavora lo faccia nella maniera migliore, al minor costo possibile. Questo detto sintetico sintetico. Vivendo in Germania, dove l’aiuto sociale esiste da tanto, tanto tempo, posso dirvi cosa succede.

Svolgimento

Ti danno i soldi. Te li versano sul conto corrente, devi per forza aprirne uno. Ti fanno il pelo e contropelo per vedere se i soldi te li meriti. Controllano pure se mamma e papà ti possono mantenere, se hai proprietà, quanto hai speso precedentemente, se convivi (figurati se sei sposato) con qualcuno che ha un reddito ecc. Da quando si fa domanda inizia un vero e proprio controllo sulla persona. È un controllo a tutti gli effetti, quando feci richiesta, un’impiegata mi disse chiaramente: “Lei deve pensare a noi come unico datore di lavoro, anche se andrà a lavorare per qualcuno con un mini job”. Anche le ferie vanno chieste al collocamento, affinché, se mamma ha deciso di farti un regalo per vederti e farti venire in aereo a casa, loro possano detrartelo dal dovuto.

Il calcolo di quello che ti danno lo fanno in base al minimo di sopravvivenza, cercando di favorire i monopoli industriali. Ovvero con i soldi ti puoi permettere di fare la spesa andando al discount e non al negozietto di frutta e verdure. Però ti pagano, se ne fai richiesta, se sei stato bravo, se te lo meriti, la scuola guida, che non si sa mai, magari potrai prima o poi pagarti un’auto e mettere un po’ di benzina, pagare un’assicurazione…

Ti pagano pure una riqualificazione professionale. Per ottenerla ti mandano dallo psicologo per valutare se la porterai avanti oppure no (esperienza diretta). Tuttavia deve essere di “basso livello”, per esempio io, da geologo, sono andato a chiedere di poter fare una formazione adeguata alla mia qualifica, magari come tecnico di laboratorio o nei Sistemi Informativi Geografici. No, mi hanno dato la formazione da cuoco. Motivo ufficiale: perché avevo già lavorato in quell’ambito (ma anche come geologo avevo lavorato!).

Ti cercano lavoro. Vero, ci sono tante corsie preferenziali, addirittura è più difficile (quasi impossibile) trovare lavoro se non sei disoccupato e vuoi solo cambiare il tuo. Intendo dire che il sistema di sgravi fiscali per le aziende che assumono dagli uffici di collocamento ha drogato il vostro amato mercato del lavoro. Esiste una pletora di contratti (il CCL in Germania non é mai esistito): i mini job (salario fino a 450 euro lordi, poco tassato e assicurazione sanitaria pagata dallo Stato, più, se necessario un’integrazione per l’affitto e i servizi) o i midi job (da 451 a 851 euro lordi, super tassati e assicurazione sanitaria a carico del datore di lavoro e dell’impiegato) sono i più significativi.

Quindi funziona in questo modo: il midi job è stato fatto solo per chi, come me, vuole uscire dal controllo del sistema sociale. Il midi job prevede un contratto a tempo determinato o indeterminato, ma super tassato e che quindi non ha un gran senso (pochi lo accettano). La supertassazione è fatta volutamente affinché si rimanga nell’ingranaggio dell’aiuto sociale, ma se proprio vuoi uscirne… paga tante tasse, tu impiegato, mentre il datore di lavoro comunque usufruisce di sgravi fiscali consistenti. Per rimanere nell’ingranaggio si usa lo stratagemma del mini job, che favorisce l’imprenditore che si sgrava di una serie di tassazioni sull’impiegato. Il mini job copre al massimo 12 ore di lavoro settimanali, ma… quello che capita è che

normalmente (ed è la norma in diversi settori di lavoro come, ad es., la gastronomia) si lavora 40 – 50 ore alla settimana. Come vengono pagate le ore rimanenti? Semplice, le paga il datore di lavoro a nero. In questa maniera siamo tutti salvi, forse no, l’impiegato non proprio. Lo Stato è felice, ha un disoccupato in meno, paga un costo sociale relativo. Il datore di lavoro è felicissimo, ha una parte dello stipendio pagata dallo Stato (detrazioni fiscali e assicurazioni) e il resto lo paga a nero. L’impiegato ha il suo stipendio al minimo possibile (per esempio a me davano 7.50 euro all’ora che sarebbe il netto su 9.00 euro lordi… a nero, le detrazioni se le teneva il datore di lavoro), ma meglio di niente, è assicurato sui rischi, tanto se si fa male basta dire che stava lavorando durante una delle 12 ore ufficiali del mini job, e non ha contributi versati per la pensione…

Se ti licenziano ricomincia la storia dall’inizio, se ti licenzi ti bloccano i contributi per alcune settimane e poi si ricomincia la storia dall’inizio. L’importante è non uscire mai dalla precarietà, non avere tempo per poter fare altro. Nei rari periodi in cui si rimane disoccupati gli uffici di collocamento ti spediscono a fare corsi. Di lingua, per imparare a scrivere il curriculum, per imparare a soffiarti il naso, non importa, l’essenziale è che ti rechi ad una delle ditte (private) che sono convenzionate e che ti insegnano qualcosa fino a quando non ritroverai un nuovo contratto di lavoro precario.

Conclusione

Questo è il reddito di cittadinanza, scusate, l’aiuto sociale. È un metodo di subordinazione del sottoproletariato al capitale. Chiamiamo chiaramente le cose, con le parole giuste. L’esercito di riserva deve essere tenuto buono e al guinzaglio. Non è una misura neoliberista, è una sua evoluzione. Fa parte del processo naturale di fusione dello Stato con il capitale industriale e finanziario, con tutti gli annessi che vi svolazzano intorno. Per il proletariato? Ancor meglio. Il lavoro interinale, sempre e ad ogni ora disponibili.

Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele – 9 Sanremo senza Facebook – 10 Una campagna elettorale monotona – 11 Cara, brumosa, desolata periferia – 12 La favola di Sfortunina – 13 Gli occhi di Marilena – 14 Il furto al centro trasfusionale – 15 Attaccatevi al tram – 16 Nicola, novantasei anni. Colto da malore – 17 La stiratrice Isoardi – 18 Violenza contro anziani e lavoro sottopagato delle badanti – 19 Così festeggiate la Liberazione? – 20 Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono – 21 Don Dino, il sacerdote di quartiere – 22 L’arrivo di Emiliano – 23 Un vaccino per la solidarietà – 24 L’uomo nudo con le mani in tasca – 25 Doppio senso di marcia sul lungomare – 26 Ma siamo uomini o caporali? – 27 Cronaca di una serata di anormalità – 28 Il passaggio a livello è chiuso – 29 Gli zingari mettono sempre d’accordo tutti – 30 Papà, e se ti infilza? – 31 Il razzismo ve lo spiego con la mitologia – 32 Tra qualche giorno nei porti approderanno i Santi – 33 La pistola ad aria compressa – 34 Il razzismo è vita e i preti tutti pedofili 35 – Il pomodoro e il sangue – 36 Non essere stupido – 37 Le polpette avvelenate di ignoranza – 38 Finalmente potrò andare a messa la domenica – 39 Ho commesso atti impuri – 40 Cara Cecilia di Lernia – 41 Aggredito il 118 – 42 L’ignoranza allontana, l’arte avvicina – 43 Chi sono io per giudicare?

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lunedì 8 Ottobre 2018

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