Spalla

Puglia – UK: quella volta in cui fummo invitati ad un tradizionale matrimonio scozzese

Fabio de Palma
La chiesa in cui è stata celebrata la cerimonia
Il breve racconto di alcuni ragazzi tranesi della loro esperienza in un matrimonio tradizionale scozzese ad Edimburgo
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Ritrovarsi a partire da Trani per raggiungere un amico in Scozia potrebbe anche essere una situazione comune a tanti. Ritrovarsi a partire da una piccola città capoluogo di provincia per vivere un matrimonio di un amico tra le verdi e fredde lande scozzesi, non credo si possa definire una situazione comune. Dopo mesi di preparativi, tentennamenti, ansie, il lungo e complicato viaggio è arrivato.

Immaginate i matrimoni pugliesi, i nostri matrimoni: quelli per i quali ci si sveglia all’alba per prepararsi di tutto punto, indossare il vestito alla perfezione, sistemare la “busta” del regalo, immaginate tutto questo e dimenticatelo. Immaginate invece una sveglia alle 4.45 per una colazione poco break e molto fast, immaginate un’autovettura che scorrazzi in autostrada per raggiungere l’aeroporto di Napoli e poi l’aeroporto di Ginevra e poi ancora l’aeroporto di Edimburgo. L’autostrada di notte è come un mare calmo, la nostra auto scivola come una vela tra onde brune dell’asfalto. Il cielo si schiarisce, il sole spunta e nulla ci ha anticipato del carovita svizzero che ci avrebbe atteso a Ginevra. Dopo aver peregrinato qualche ora nella città elvetica di lingua francofona, ripartiamo per la nostra vera destinazione: Edimburgo. Arriviamo a mezzanotte dell’orario italiano dopo i due aerei, la corsa in auto, i taxi.

Tutto questo è stato il nostro “giorno prima”. E neanche una serenata per noi per allietarci il riposo. Qualcuno dorme subito, altri fanno fatica ad addormentarsi e c’è chi non dorme proprio arrivando al mattino fatidico. Qualche biscottino in hotel e poi ancora un taxi per affrontare una tipica domenica settembrina scozzese mentre a Trani ci si tuffava nel mare con una temperatura esterna di 30 gradi.

Dopo un piacevole viaggio in taxi, raggiungiamo il luogo, un hotel bellissimo tra il verde dei prati e dei campi da golf tipici della zona, un tipico paesaggio da cartolina. Ad accoglierci nel luogo della cerimonia è il fratello-testimone dello sposo, è lui che ci apre la strada per portarci nella stanza del futuro marito, il nostro caro amico. Cresciuto a Trani, vissuto con noi, quasi irriconoscibile nel suo abito da sposo impeccabilmente elegante. Gli amici dello sposo, gli uomini dello sposo, sono i “Groomsman”, bevono un paio di calici con lui prima di raggiungere la chiesa,un altro brindisi e si raggiunge la chiesetta dove si terrà la celebrazione di rito episcopal scottish. Celebrerà una donna. In Scozia sono presbiteriani ma loro fanno parte della Chiesa anglicana.

La chiesa è meravigliosa, nella sua antica semplicità, in uno stile tra il gotico e il romanico, avvolta nel tipico grigiore mistico dell’Isola britannica, il suono soave della cornamusa ci accompagna per tutta l’attesa. La sposa sta entrando, come in una fiaba, accompagnata dalle sue damigelle, un bambino con il kilt (tipico gonnellino scozzese) la accompagna.

Anche qui, a fine celebrazione, lanciano il riso verso i novelli sposi e dopo le svariate fotografie raggiungiamo prima il luogo dell’aperitivo, una sala relax dei Country Club anglosassoni, e dopo si raggiunge la sala ricevimenti, per il pranzo nuziale.

Arriva il momento dei discorsi: rompe il ghiaccio il padre della sposa, discorso in inglese, un po’ come nei film americani, durante il banchetto nuziale. Ma questo non era un film, l’emozioni erano vere, la commozione era tanta, per una persona carissima che non c’è più, ma sicuramente orgogliosa del suo ragazzo che diventa uomo, marito e professionista che si sta affermando, con la benedizione di tutti, della mamma, di tutti i parenti e i suoi amici, per un legame importante che duri per sempre.

Si comincia a pranzare, bere, chiacchierare in un matrimonio che ha riunito tante nazionalità diverse, diversi continenti, un tangibile esempio di condivisione. Comincia la festa con balli scatenati (possiamo vantare la soddisfazione di aver ballato in Scozia sulle canzoni di Gabry Ponte, Dj Prezioso e i LunaPop), altri bicchieri di vino e qualche whiskey scozzese. Al termine della serata i momenti dei saluti sono emozionanti: lasciamo qui un amico che ha creato una famiglia.

Il viaggio di ritorno è un’altra piccola odissea tra ritardi, coincidenze perse e la visita inaspettata a Stansted, nell’Essex, che ci ha permesso di visitare un mulino a vento, mangiare fish and chips e giocare a biliardo. Arrivati a casa, increduli di essere stati i protagonisti di un viaggio simile, ci siamo resi conto di essere stati ambasciatori tranesi di un matrimonio tipico scozzese tra kilt, cornamuse, temperature rigide ed un ottimo whiskey. Un’esperienza di ordinaria semplicità ma che nei nostri cuori conserveremo come una fiaba bellissima, ripensando ancora agli occhi lucidi di un amico che ha lasciato la nostra terra per vivere il suo progetto, i suoi sogni, la sua nuova vita.

sabato 5 Ottobre 2019

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