«Signora suo figlio ha avuto un brutto incidente, venga urgentemente in commissariato», i toni erano molto netti ma affabili, così gli imbonitori si presentano al telefono adescando anziani con riferimenti circoscritti: il nome giusto del figlio, riferimenti familiari generici ma precisi, quasi a mostrare uno studio dietro la tattica truffaldina. L’ultima telefonata è stata ricevuta da una donna di quasi 80 anni che però lucidamente dopo aver chiuso la telefonata ha contattato sua figlia, chiedendole cosa fosse accaduto e riscontrando la falsità della notizia ricevuta.
L’insistenza durante la telefonata nello spingere la donna a lasciare l’appartamento ha allarmato i parenti che si sono recati dalla donna e poi in commissariato per la denuncia, dove si sono resi conto di non essere stati gli unici ad avere ricevuto tali telefonate. Resta il dubbio sulla richiesta di recarsi in commissariato: se la donna si fosse mossa da casa, avrebbe trovato i malviventi all’esterno dell’abitazione? O avrebbero aspettato che uscisse per avere strada libera per svaligiare casa?
L’invito è quello di spiegare ai più anziani o ai soggetti potenzialmente fragili quali possano i rischi di cedere alle richieste telefoniche o eventualmente al citofono che ricevono.