Polemiche e fuochi incrociati

Emergenza 118, mancano medici disponibili e la regione riorganizza tagliando le Pfm di Trani e Canosa: “Non chiuderanno”

La Redazione
Ambulanza, notte
Ambulanza, notte
La promessa è della consigliera regionale, Debora Ciliento, che commenta la notizia lanciata dal consigliere regionale Francesco Ventola negli scorsi giorni dopo la pubblicazione della delibera sulla riorganizzazione del Servizio Emergenza 118
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Al centro delle polemiche di questi giorni estivi c’è una delibera della giunta regionale sulla riorganizzazione del servizio emergenza 118, nel quale sarebbero “tagliate” le postazioni fisse medicalizzate di Trani e Canosa. La causa del taglio? La grave carenza di medici necessari per la copertura organica del servizio. L’argomento è stato lanciato il 4 agosto dal consigliere regionale canosino Francesco Ventola: “Prendiamo atto che la Giunta regionale ha deciso in piena estate di ridurre le prestazioni di servizio emergenza-urgenza in tutto il territorio della Puglia. Questo comporterebbe delle difficoltà per il punto di pronto intervento di Canosa e Trani perché non essendo dichiarate zone carenti di fatto vengono cancellati posti dei medici nei reparti di emergenza, con il rischio serio di non poter garantire i servizi in maniera compiuta”.

La formula riorganizzativa prevista nella delibera sarebbe sperimentale e prevede la trasformazione delle Postazioni Fisse Medicalizzate di Trani e Canosa in automedica. “Sperimentale a danno di chi? Dei cittadini e dei pazienti di questo territorio”, continua Ventola nella sua polemica alla quale fa eco la consigliera tranese, di maggioranza, Debora Ciliento. “Sono certa che non verrà toccato nulla, ho avuto precise rassicurazioni dal governo regionale sulla base del fatto che siamo una provincia a forte vocazione turistica”.

Martedì intanto il neo direttore generale, la dott.ssa Tiziana Dimatteo, sarà a Bari al tavolo tecnico durante il quale verranno spiegate tutte le manovre in ipotesi e quelle a realizzarsi. Decine le voci in coro contro questo nuovo taglio in ambito sanitario ai danni del nostro territorio, dai politici alle associazioni. Raimondo Lima, esponente FdI, chiede al sindaco di confrontarsi con Emiliano: “A distanza di 6 anni dal protocollo d’intesa, piuttosto che avere un PTA, una nuova struttura all’ex Ospedaletto e convento degli Agostiniani, ci ritroviamo con una città di oltre 70mila abitanti in estate, con una ambulanza medicalizzata. Esigiamo spiegazioni”. Anche Movimento Articolo 97, a fronte di questo nuovo taglio, ricorda la firma di quel protocollo d’intesa.

Sulla stessa linea d’onda l’associazione Oikos, il cui presidente Antonio Carrabba, ricorda come “Solo un anno fa l’allora Direttore Generale si era impegnato ad “ampliare e rafforzare l’intervento del 118, con la richiesta di almeno altre 2 ambulanze medicalizzate con anestesista a bordo” per dare più tranquillità ed efficienza sanitaria ai cittadini. Rivolgiamo un appello ai nostri rappresentanti affinché si adoperino per il riconoscimento del Punto Fisso Medicalizzato nell’organizzazione del sistema emergenza urgenza previsto per Trani e, affinché, a fronte della mancanza di un vero pronto soccorso, Trani possa dotarsi di almeno due ambulanze India con la presenza di una Automedica che possa coprire e medicalizzare in breve tempo entrambe”.

 

lunedì 8 Agosto 2022

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