Riscossione e cartelle esattoriali: l’impatto sui contribuenti

Ad Maiora
Abbiamo approfondito l'argomento con l'​​​​​​​avv. Rebecca Amato, autrice del volume "Le operazioni inesistenti: profili tributari e penali" della collana "Disposizioni Fiscali 2022"
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È ripresa gradualmente l’attività di riscossione da parte dell'Agenzia delle Entrate. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze chiede una dettagliata pianificazione dei tempi per la notifica delle cartelle di pagamento e l’attivazione delle procedure esecutive e cautelari per la regolarizzazione dei debiti da parte dei contribuenti. Abbiamo approfondito l'argomento con l'avv. Rebecca Amato, autrice del volume "Le operazioni inesistenti: profili tributari e penali" della collana "Disposizioni Fiscali 2022", edita dalla casa editrice di Trani Ad Maiora.

Allo stato attuale è ripresa l’attività dell’Agenzia delle Entrate. Che impatto sta avendo sui contribuenti e quali difficoltà stanno riscontrando?

A seguito dell’emergenza Covid-19 dal marzo 2020 è stata sospesa la notifica degli atti tributari promananti dall’Agenzia delle Entrate, nella specie è stata sospesa la notifica degli atti i cui termini di decadenza scadevano tra l’8 marzo e il 31 dicembre 2020, che è ripresa regolarmente a partire dal 1° marzo 2021. Per cui, ad oggi, la gran parte degli avvisi di accertamento che scadevano nell’anno 2020 sono stati notificati ai contribuenti, a questi devono aggiungersi gli atti che scadevano nel 2021 per i quali non essendo intervenuta alcuna sospensione sono stati regolarmente notificati alle scadenze previste per legge. Il tutto senza dimenticare che è ripresa l’attività di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione (ovvero ex “Equitalia”), nella specie l’invio delle nuove cartelle di pagamento a partire dal 1° settembre 2021, sebbene sia per le cartelle notificate dal 1° settembre che quelle notificate dal 1° gennaio 2022 e fino (per ora) a quelle che saranno notificate fino al 31 marzo, è previsto un allungamento del termine di pagamento del dovuto da 60 a 180 giorni senza l’applicazione di ulteriori interessi di mora e senza che ne conseguono azioni cautelari o esecutive. Tale essendo lo stato dei fatti, è evidente che la ripresa dell’attività accertativa da un lato, e quella di riscossione dall’altro, stanno impattando fortemente sui contribuenti interessati da provvedimenti accertativi o della riscossione che, per la gran parte, già risentono inevitabilmente di una situazione di crisi economica dovuta alla pandemia che crea ancora uno stato di incertezza.

Considerando l'emergenza pandemica e lo stato di difficoltà economica che ne è derivato, quali sono le conseguenze per le imprese sotto il profilo tributario?

La ripresa dell’attività accertativa da parte dell’Agenzia delle Entrate, come anticipato, certamente si somma e incide sulle imprese contribuenti le quali, sempre più spesso a causa di violazioni della normativa fiscale si trovano anche a fronteggiare violazioni di natura penale. Non va sottovalutato, infatti, che alcune violazioni tributarie di importi non irrilevanti o condotte particolarmente gravi per disvalore sociale, danno luogo anche a sanzioni penali, configurandosi, così, due diversi e distinti procedimenti uno amministrativo di natura tributaria e uno penale, che possono sfociare anche in distinti processi a fronte di un’unica violazione tributaria. Tale considerazione porta inevitabilmente a porre l’attenzione, oggi più che mai, sulle violazioni tributarie, infatti, in una situazione di crisi in cui le imprese contribuenti si trovano in difficoltà possono profilarsi particolari situazioni in cui l’upgrade della violazione penale che ne consegue, potrebbe portare a ripercussioni ben più gravi della sanzione tributaria che, già di per sé, in una situazione di crisi non è certamente trascurabile. A tale riguardo negli ultimi anni l’Amministrazione finanziaria nell’ambito dei fenomeni evasivi e fraudolenti sta ponendo particolare attenzione sulle cosiddette “operazioni inesistenti”, ovvero a operazioni commerciali che sono tali solo sulla “carta” ma che non sono tali nella realtà, che nel gergo comune sono riconducibili alla falsa fatturazione finalizzata a frodare l’erario.  Tale fattispecie, tra le altre, soprattutto quando si innesta in fenomeni ampli e complessi con una pluralità di soggetti operanti, può coinvolgere anche operatori ignari che, loro malgrado, poi si ritrovano a doversi difendere non solo in sede tributaria, ma come detto, a volte, anche in sede penale, impattando ovviamente sulla situazione già spesso non florida dell’impresa.

Qual è l'obiettivo della sua opera?

L’opera “Le operazioni inesistenti: profili tributari e penali” secondo volume della collana Disposizioni fiscali 2022, edita da Ad Maiora, affronta proprio il tema poc’anzi cennato delle operazioni inesistenti sia soggettivamente inesistenti che oggettivamente inesistenti e tanto avendo riguardo ad approfondire il profilo tributario che penale. Tanto, al fine di fornire ai professionisti del settore in primis un’analisi approfondita del fenomeno fraudolento inquadrandolo nel più generale quadro di riferimento fattuale e normativo, nonché fornire gli strumenti utili alla eventuale difesa del contribuente destinatario di una contestazione di tale tipologia, tanto avendo riguardo a non trascurare il profilo penale che, come detto, rileva in totale autonomia.

Qual è il rapporto con la casa editrice Ad Maiora?

Il rapporto con l’editore, che dura da alcuni anni e va consolidandosi, si conferma sempre proficuo e improntato sulla massima collaborazione. Ogni pubblicazione è anche un lavoro di squadra con il team editoriale sempre attento e disponibile a supportare l’iniziativa autorale. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente l’editore per la fiducia che continua ad accordarmi e tutto il team editoriale per l’eccellente lavoro che svolgono sempre con la massima dedizione.

mercoledì 23 Febbraio 2022

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