Cronaca

Le foreste urbane che mancano in Italia: la proposta della Federazione Nazionale Pro Natura

La Redazione
Progetto Foresta urbana - Lecce
Pro Natura Bisceglie/Trani accoglie l'appello della Federazione e chiede alle Amministrazioni locali di combattere i cambiamenti climatici con azioni concrete
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In questi giorni la tempesta Ciara ha fatto strage di alberi in gran parte dell’Europa occidentale.nCerto, negli ultimi anni, la salute degli alberi nelle città, in particolare quelle italiane, si è aggravatana causa del cambiamento climatico e della riduzione delle risorse economiche destinate al verdenpubblico da parte delle amministrazioni locali. Gli alberi in contesti urbani infatti crescono in sitininadeguati che non consentono loro uno sviluppo salubre e longevo. Queste condizionincomportano schianti al suolo sempre più frequenti (vedi gli innumerevoli casi del Pino domestico)ncon grave rischio per l’incolumità della cittadinanza.

Rischio taglio

Constatiamo che il problema è di grande portata e portiamo a titolo di esempio i municipi I e IIndella Capitale dove si stima che siano circa 50.000 gli alberi a rischio schianto. Di conseguenza, glinabbattimenti preventivi stanno aumentando a salvaguardia della sicurezza dei cittadini mentre inrimpiazzi delle alberature abbattute stentano ad avvenire. Il mutamento del paesaggio urbano chenne consegue sta portando a forti proteste da parte dei residenti, preoccupati per la riduzione delnverde nelle città che è fonte di benessere, in quanto in grado di svolgere svariate funzioni, trantutte: la riduzione delle temperature estive (effetto isola di calore) e la riduzione degli agentininquinanti tra i quali lo smog (fonte CNR Bologna).nTuttavia, gran parte delle proteste antitaglio pongono l’attenzione quasi esclusivamente sullansparizione delle alberature lungo strade, viali e marciapiedi. La sostituzione e il rimpiazzo di questenalberature è sicuramente un tema sensibile ma viene affrontato quasi esclusivamente sotto lanprospettiva del decoro urbano e quasi mai sotto quella di una necessaria politica ambientale sunscala locale. D’altra parte, il tema degli alberi abbattuti può essere l’occasione per accendere unnserio dibattito sullo sviluppo sostenibile delle nostre città e degli ecosistemi urbani.

Un albero per ogni nuovo nato

A tal proposito, la Federazione Nazionale Pro Natura, basandosi sulle esperienze del progettoncondiviso #Reforest, richiede che le amministrazioni applichino la legge n. 113/1992, così comenmodificata dalla Legge 10 del 2013, che obbliga i comuni con più di 15.000 abitanti a mettere andimora un albero ogni nuovo nato. A nostra conoscenza, questa legge è stata largamente disattesanin gran parte d’Italia, in particolare a Bisceglie e a Trani, anche per l’assenza di un meccanismonsanzionatorio verso le Amministrazioni inadempienti o di incentivi per quelle adempienti. Eppure,nla sua piena applicazione dal momento dell’entrata in vigore della Legge farebbe beneficiare ilnnostro Paese di oltre 15 milioni di nuovi alberi. Allo sforzo per la messa a dimora di nuovi alberindovrà accompagnarsi anche una scelta delle essenze che dovranno tener conto, cosa quasi mainfatto in passato, di molti fattori, tra cui la loro autoctonia.

Il debito ecologico

Interpretiamo i milioni di alberi mai piantati come un debito ecologico e ci prodighiamo affinchénfunga da stimolo per le azioni da intraprendere. Proponiamo la forestazione come strumento dinrecupero e rigenerazione di aree degradate come ad esempio i terreni incendiati o industrializzatine abbandonati. A queste si possono aggiungere le aree già destinate a verde pubblico nei vari pianinregolatori cittadini che devono vedere una pianificazione partecipata con i cittadini così dansviluppare una coscienza ambientalista sana nell’opinione pubblica.nLa proposta della Federazione Nazionale Pro Natura è al servizio di tutte le associazioni che vinaderiscono e noi soci attivisti dell’Associazione Ripalta Area Protetta, che rappresentiamo lanFederazione sui territori di Bisceglie e Trani, abbiamo colto l’appello alla sensibilizzazione dellenamministrazioni locali iniziando con azioni simboliche di messa a dimora di alberi nella zona BinMarmi, nell’Orto Schinosa e presso il IV Circolo didattico “Don Pasquale Uva”. Ma quanto è stato fattonin questi anni è solo una piccola goccia nell’oceano, in considerazione della morte, ovverondell’eradicazione di centinaia di esemplari che hanno lasciato come ricordo tantissime aiuolenvuote o tristemente cementate.

Il verde pubblico

La battaglia ambientalista che proponiamo va oltre la conservazione delle foreste esistentin(quando ancora presenti) e punta alla rigenerazione degli ecosistemi forestali in aree adibite anforestazione urbana, mettendo a dimora migliaia di alberi destinati a svolgere una grandenmissione: rendere più piacevoli e salubri gli ambienti urbani e mitigare gli effetti locali delncambiamento climatico. Chiediamo alle Amministrazioni di procedere senza indugio allanriforestazione delle aree già individuate e all’adozione di quel Regolamento del Verde pubblico dincui sono ancor oggi prive.

lunedì 17 Febbraio 2020

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