Cultura

Franco Arminio: “Non volgete le spalle alla vostra città, stringete legami”

Donato De Ceglie
Franco Arminio
"Dovremmo fare un esercizio, consolare. Provare a consolare chi sta provvisoriamente peggio di noi è un esercizio fondamentale, la letteratura oggi dovrebbe contribuire ad essere palestra di questo esercizio"
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"Per non perdere la rotta non dobbiamo volgere le spalle al paese. Dobbiamo stringere legami, affetti, non solo con le persone, ma con le trame del paese, con le case, con il cielo, con le campagne". Franco Arminio è l'ospite domenicale dell'iniziativa Good Games, promossa dall'assessorato alle culture, in collaborazione di 5 librerie cittadine. L'incontro è stato moderato dalla libraia Rosangela Cito, seguito in diretta da oltre 50 utenti di media per tutta la durata dell'appuntamento pomeridiano. Con il poeta e paesologo Franco Arminio la libraia ha sfogliato le pagine de La cura dello sguardo, la raccolta del 2020 di poesie e testi dell'autore. Una piccola "farmacia" poetica per osservare la contemporaneità e l'uomo.

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"Tra i difetti che possiamo avere, quello di essere disattenti è uno dei più gravi. Nella mia idea essere attenti al mondo esterno ha una funzione terapeutica perché consente una breve dismissione del proprio Io. Quando guardiamo il mondo esterno dimentichiamo un po' noi stessi e stiamo meglio. Noi siamo un pezzo di mondo, non ne siamo separati. Guardare e camminare devono rientrare tra le nostre pratiche di salvaguardia del mondo e di noi stessi", dice Arminio, esaminando quelli che osserva come punti di rottura nella società moderna. "Il grande guasto di questa epoca è la miseria spirituale. Un guasto causato dall'esserci arrogati il diritto di essere padroni del mondo, noi dovremmo abitare il mondo per ingentilirlo e non per sfruttarlo. Noi non stiamo bene se ci facciamo solo i fatti nostri. Quando l'uomo ha delle premure noi stiamo bene, l'uomo è un animale mutilato se fa solo i propri interessi".

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"Dovremmo fare un esercizio, consolare. Provare a consolare chi sta provvisoriamente peggio di noi è un esercizio fondamentale, la letteratura oggi dovrebbe contribuire ad essere palestra di questo esercizio". Uno dei temi più presenti nell'opera è quello della morte, un tema ricorrente che il poeta commenta così: "Viviamo un momento storico in cui c'è un problema di fondo riguardo la rimozione della morte. Si ha paura della malinconia che può produrre la morte ma pensare alla morte non significa dismettere la vita, anzi, le dà un grande senso sacrale. Alzare un bicchiere è un gesto che ci mancherà da morti, se un morto potesse sbadigliare sarebbe felicissimo. La vita è tempo che passa in attesa di morire, è la nostra condizione, non si tratta di avere un gusto cimiteriale. La rimozione della morte si è palesata durante il lockdown, è stata rimossa la possibilità di fare i funerali, un'azione necessaria ma non c'è stata una protesta vibrante. Un rito fondamentale abolito nell'indifferenza generale, questo è un segnale. Se muore anche la morte, è una perdita grandissima. Una società che rimuove la morte è una società che muore ogni giorno, un pezzo alla volta".

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Ma quale cura c'è per Franco Arminio? "La cura: la scrittura. Quando mi fa male qualcosa, scrivo. Scrivendo il dolore si scioglie, si rimargina la ferita. Quando scrivo vado in ospedale, è una clinica privata di cui sono paziente e chirurgo".

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Il prossimo appuntamento di Good Games è per domani, lunedì 11 gennaio. Sarà la volta della libreria Mondadori Bookstore che a partire dalle ore 18,30 incontrerà l’attrice brillante Chiara Francini che presenterà il suo quarto romanzo “Il cielo stellato fa le fusa”, edito da Rizzoli.

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domenica 10 Gennaio 2021

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