Cultura

La bellezza secondo Serge Latouche: al via i Dialoghi di Trani

La Redazione
Dialoghi di Trani 2017
Lectio magistralis del filoso francese sui limiti della società della crescita
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La bellezza salverà il mondo? E’ l’interrogativo posto dal filosofo francese Serge Latouche, il primo grande protagonista della sedicesima edizione de I Dialoghi di Trani, tutta dedicata proprio al tema della ‘bellezza’. Un’edizione che conta un altro ‘primato’: essere stata allestita completamente fuori dal Castello, principalmente tra le stanze di Palazzo Beltrani e con eventi sparsi tra Palazzo Lodispoto (sede del Polo museale) e le città di Bisceglie, Barletta, Corato ed Andria.

Dopo l’anteprima con Ferruccio De Bortoli – che il 19 settembre sulla terrazza del Palazzo delle Arti ha parlato dei “Poter forti (ma non tanto)” e di quale deve essere il ruolo del buon giornalista – ieri ha preso il via la serie di incontri previsti fino a domenica. Per Latouche – ospite per la seconda volta della rassegna letteraria organizzata da La Maria del Porto – è stata invece una lectio magistralis “Decrescita ed estetica”

Dopo aver citato la nota battuta del principe Miskin dell’Idiota di Dostoevskij (“La bellezza salverà il mondo”), il filosofo francese ha preso a prestito la lezione del film “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino per dire che “la bellezza ha disertato il mondo”. “Il protagonista Jep Gambardella è un rappresentante della decadenza della società della crescita, la società dei consumi, e rappresenta bene il disincanto del mondo di Max Weber”.

Ecco l’interrogativo di Latouche: “Si può porre la domanda: esiste ancora la bellezza e ha ancora futuro nella nostra società? E se non ha futuro, se è la bellezza che deve salvare il mondo, allora il mondo non sarà salvato. Se pensiamo che la decrescita potrà salvare il mondo, questa dovrà salvare anche la bellezza”.

Citando il pittore Marcello Faretra, Latouche ha parlato anche di “abuso della parola bellezza”. Perché? “Forse – ha detto – c’è un sentimento forte di perdita della bellezza. Nella tradizione dell’Illuminismo, la bellezza è concepita come una promessa di felicità. Ma la modernità ha tradito la sua promessa di felicità. Il mondo è più infelice che mai. Quando oggi si riprende la famosa battuta di Dostoevskij, ci sono una forte nostalgia e speranza: nostalgia per qualcosa di perduto e speranza che la bellezza potrà salvarci”.

“Non sono un esperto di bellezza”, ha poi precisato Latouche. “Sono come il bambino nella favola di Andersen che grida ‘il re è nudo’”. “Il giudizio estetico che facciamo circa la bellezza delle opere d’arte dipende in gran parte, se non del tutto, dalla nostra cultura”, ha aggiunto. “Perché la cultura forma il nostro gusto, cioè la nostra capacità di provare queste emozioni, più o meno forti, sulla base o in funzione di un certo contesto”. E sempre a proposito di opere d’arte, Latouche ha sottolineato il “sentimento del sublime” (citando Kant), l’estasi quasi religiosa in cui possono farci immergere le opere d’arte.

Latouche è poi passato ad analizzare la filosofia della decrescita e i paradossi della modernità. “La società della crescita è la distruzione della cultura”, ha detto. “La nostra società si è fatta fagocitare da una economia di crescita, cioè un’economica che ha come fine non soddisfare i bisogni ma una crescita per la crescita. E’ la società capilista, neo liberista, che è così da due o tre secoli”. In poche parole, “illimitatezza etica ed estetica”. “Le logiche distruttive della società della crescita sono logiche industriali, della tecnica, del mercato e dell’economia”, ha rimarcato. E le logiche industriali distruggono l’ambiente, i paesaggi, le città. E nemmeno Trani e la sua (brutta) periferia sfuggono a queste logiche.
Latouche è solo il primo di un lungo elenco di filosofi, teologi, scrittori, scienziati, economisti, giornalisti e scrittori che si cimenteranno sul tema della bellezza. Sono attesi Remo Bodei, monsignor Bruno Forte, Elena Cattaneo, Guido Tonelli, Edoardo Boncinelli, Massimo Cacciari, Sabino Cassese, Luca De Biase, Nicola Lagioia, Alessandro Leogrande, Alan Friedman, Emanuele Giordana, la principessa di Afghanistan Soraya Malek, Mario Tozzi, Maurizio Viroli, Paolo Zellini, Alessandro Marzo Magno, Simona Maggiorelli, Francesca Borri, Paolo Matthiae, Telmo Pievani, Franco Rella, Raffaele Simone, Piero Dorfles, Oliviero Diliberto, Marino Niola, Elisabetta Moro, Maurizio de Giovanni, Marco Baliani, Stephan Janson.

Questa sera sarà la volta della lectio magistralis del teologo monsignor Bruno Forte, alla ricerca di “un cristianesimo che recuperi vigorosamente la centralità e la rilevanza del bello” (nella Chiesa di San Giovanni, Trani); poi lo storico Maurizio Viroli, nel suo intervento intitolato “La bellezza del vivere libero”, spiegherà il profondo legame che unisce l’amore della bellezza e l’amore del vivere libero. Infine sabato 23 (ore 17, Palazzo Beltrani) con il giurista Sabino Cassese si discuterà de “La democrazia e i suoi limiti”.

giovedì 21 Settembre 2017

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