Politica

Neomaggiorenni al voto. L’elogio della Politica nelle parole di due ex sindaci

Donato De Ceglie
Giuseppe Tarantini e Carlo Avantario
Di orientamenti diversi, la stessa idea di Politica: "Umanizzare i processi. L'antipolitica ha distrutto, bisogna tornare ad essere umani. La politica non è il male"
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Carlo Avantario e Giuseppe Tarantini, due volti noti della politica tranese e della sanità locale. Due destini incrociati tra Palazzo di Città e i corridoi degli ospedali, due professionisti che in più occasioni hanno mostrato eleganza e rispetto nei confronti dell’altro. Due decani della politica che abbiamo voluto ospitare in questo nostro lavoro di ricerca dedicato a maggiorenni ed elezioni. Loro hanno vissuto campagne elettorali con partecipazione giovanile molto attiva, situazioni lontane anni luce da quel che viviamo oggi.

Come visto nel nostro sondaggio, l’attenzione dei neo maggiorenni nei confronti della politica oggi è scemata o totalmente assente. Sono lontani dai partiti, lontani dalle occasioni di formazione politica ed uno su dieci dichiara che il prossimo 4 marzo sarà lontano dalle urne. Carlo Avantario, oggi consigliere comunale, ha questa percezione: “Al momento i neomaggiorenni mi sembrano poco propensi a frequentare i partiti e ad interessarsi di politica, forse per la scomparsa di forti ideologie e del desiderio di partecipare attivamente al dibattito politico”.

Giuseppe Tarantini invece legge subito tra le righe il problema e analizza la situazione attuale così: “La politica è divenuta, nel comune sentire, qualcosa di negativo, estremamente negativo; dire “politico” significa dire ” ladro”. È del tutto evidente che questo non poteva non riflettersi sull’attenzione alla politica specie dei più giovani. Questi aderiscono ad una formazione piuttosto che ad un’altra e divengono addirittura attivisti per puro entusiasmo, per il carisma di qualcuno, perché affascinati da libri, teorie, modelli. Nel momento in cui il modello unico è diventata l’equazione politica=male, la conseguenza più immediata non poteva che essere questa. Non è un caso che il movimento con più voti ed adepti è proprio quello che fa della cosiddetta antipolitica la propria bandiera”.

Attraverso un richiamo storico alla sua esperienza da sindaco, Carlo Avantario, giunge allo stesso punto: “Ai tempi del mio ingresso in politica nel 1994, con “Cittaperta”, il movimento politico a cui aderii, si era riusciti ad intercettare una componente giovanile importante, cogliendo, all’indomani di “Mani pulite” e della scomparsa o quasi dei partiti, una voglia di riscatto morale senza precedenti. “Cittaperta” volò alto, mettendo alla base del suo programma valori importanti: la trasparenza, il bene comune e l’onestà intellettuale. Oggi sembra si sia perso tutto: è vero, si è perso molto per alcuni motivi, tra cui la mancanza di lavoro, la crisi economica e la sfiducia nella politica; in pratica si è assistito alla nascita dell’antipolitica e alla scomparsa, o quasi, dei partiti”.

Ma quale futuro ha questa politica? “Ora più che mai c’è bisogno della politica intesa come arte nobile, che ha il compito importante di regolare i rapporti tra gli uomini e il rapporto tra l’uomo e la natura-ambiente. Bisognerebbe frequentare i partiti con pazienza e passione – ci scrive Carlo Avantario -, ricordando che la partecipazione dei cittadini consentirà di cambiare il Paese adeguandolo alle sfide più cogenti che non possono essere ignorate: le migrazioni, la salute dell’ambiente e il lavoro”.

A Giuseppe Tarantini invece abbiamo chiesto un consiglio spassionato se si ritrovasse dinanzi ad un neomaggiorenne: “La Politica è riscoprire il gusto dello studio dei fenomeni: cosa li ha determinati? Perché si sono sviluppati? Perché si sono evoluti in un modo piuttosto che in un altro? Perché e come si sono conclusi? Ritorna allo studio insomma della Storia, della Filosofia, della Sociologia, dell’Uomo”.

Quello che può creare entusiasmo per la Politica è la Conoscenza – prosegue, “Essa è un’arte nobilissima e difficilissima, per me la più complessa forma di interesse per il bene comune, ossia per l’altro piuttosto che per se stessi. La rivalutazione della Politica è fondamentale, specie per i più giovani. Nulla mi spaventa più di un mondo futuro (futuro?) diretto da pochi e sconosciuti figuri, rischio ancor più grande se si pensa che, grazie al mondo digitale, tendono sempre più a sparire i piccoli negozi, le realtà di vicinato, i vincoli di prossimità, i rapporti umani. Riprendiamo noi stessi, insomma, se vogliamo riprenderci il nostro futuro“.

martedì 16 Gennaio 2018

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