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Una sfida per la parrocchia ed il quartiere. Agli Angeli Custodi nascerà un’area polifunzionale

Ottavia Digiaro
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Giovani al centro
"E' un sogno che – commenta Emilio Casiero – nasce da don Bosco. Essere figli di don Bosco e non avere un oratorio è come avere una scarpa e non possedere una suola"
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“Io stesso da ragazzo, come tanti ragazzi che oggi vivono la parrocchia, ho vissuto dei momenti di crescita e divertimento qui. Feste del ciao, tornei di calcio, semplice tempo libero impiegato qui perché attratto dal suono di una chitarra”.

Siamo nella zona nord della città, nella periferia tagliata trasversalmente da via Andria. Siamo nella parrocchia Angeli Custodi e quelle erano le parole di chi quella chiesa l’ha vissuta sin da piccolo ed ora si ritrova a ricoprire il ruolo di parroco.

Abbiamo incontrato qui don Enzo De Ceglie ed il vicepresidente del Consiglio Pastorale Parrocchiale, Emilio Casiero, perché qui a breve partirà una nuova era per la parrocchia ma probabilmente per tutto il quartiere. Ci hanno illustrato il progetto della nuova area polifunzionale che nascerà nello spazio retrostante la chiesa. Storicamente il cortile parrocchiale è stato sempre una zona di passaggio, chiuso da un cancelletto nelle ore serali. Al centro di quel cortile per anni utilizzato come campetto su asfalto, oggi c’è un grande cratere nero dovuto ai grandi falò organizzati nella vigilia di Santa Lucia. Non una vera e propria tradizione ma un appuntamento che non è mancato negli ultimi 4-5 anni e d’ora in poi non potrà più esserci. Quello spazio sarà rivalutato ma prima dei lavori per l’area polifunzionale, sono già partiti i lavori per la creazione di un passaggio pedonale sempre libero per gli abitanti del quartiere. Un passaggio che collegherà piazza Kolbe con via Papa Giovanni XXIII. Una volta realizzato questo passaggio, partiranno i lavori di ristrutturazione per realizzare un campo di calcio ed un teatro all’aperto. Due aree che mancano e delle quali potranno usufruire giovani e le scuole del quartiere. La creazione della nuova area polifunzionale è un riscatto, una grande scommessa che la parrocchia vuole fare con e per il quartiere.

“E’ un sogno che – commenta Emilio Casiero – nasce da don Bosco. Essere figli di don Bosco e non avere un oratorio è come avere una scarpa e non possedere una suola”. Ricordiamo che il 31 gennaio la comunità parrocchiale festeggia i 40 anni della dedicazione della chiesa a don Bosco. Durante i festeggiamenti sarà presente il neo vescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo.

“E’ bello sentirsi una comunità – afferma don Enzo – che riscopre le radici della propria storia e della propria identità. Ricordiamo con gioia che materialmente questa chiesa è stata costruita proprio dai parrocchiani, tanti giovani di questo quartiere si sono rimboccati le maniche ed hanno affiancato le maestranze nella costruzione della struttura che vediamo oggi. Dopo lavoro, nel tardo pomeriggio venivano qui per mettersi nuovamente all’opera”. In tutto questo lavoro non si può non ricordare il fondatore della parrocchia, Don Nicola Ragno, del prezioso contributo di don Savino Giannotti, parroco dal 1975 al 2000, e di don Gianni Curci, ultimo parroco ad aver realizzato qui dei lavori: tra tutti la rimozione dell’amianto dal tetto della chiesetta alle spalle degli Angeli Custodi.

Sono oltre 10.000 gli abitanti del quartiere, la Caritas sostiene circa 130 nuclei familiari soprattutto con aiuti alimentari. Sono tante le situazioni di disagio ma fra tutte, quella delle dipendenze dal gioco: “Sono dipendenze che non esistono solo qui, invadono tutta la città. Fa male – sottolinea don Enzo – vedere giovani che stazionano davanti a sale scommesse e sale giochi. Il problema drammatico è la disoccupazione, dinanzi ad uno schermo ad attendere numeri si diventa succubi di nuove schiavitù, diventa impossibile vivere in maniera autentica”.

giovedì 18 Gennaio 2018

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