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Alveare. “Sanremo senza Facebook”. La rubrica di Rino Negrogno

Rino Negrogno
Festival di Sanremo 2018
Confesso che l'unica volta che ho visto Sanremo è stata durante il servizio militare e detestavo così tanto trovarmi in quel posto da avere nostalgia per i miei parenti che se ne stavano attaccati al televisore
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Parafrasando la mia amica Stefania Fiordiponti, quando ero bambino, Sanremo era un evento atteso con trepidazione, non da me, ma dalla mia famiglia sì; il suo papà, racconta Stefania, acquistava una copia di “Tv Sorrisi e Canzoni”, dove, per l’occasione pubblicavano tutti i testi delle canzoni e le anteprime. Allora non esisteva Internet e tutta la sua famiglia si riuniva davanti alla tv con il giornale tra le mani e accanto a ogni testo, ognuno scriveva il suo voto dopo aver ascoltato la canzone. Non esistevano nemmeno gli smartphone e quindi non si potevano controllare i mi piace durante la pubblicità, se fossero esistiti; era possibile scambiare due chiacchiere, esporre delle opinioni, confrontarsi; insomma la pubblicità aveva persino un’utilità sociale e Sanremo aveva un senso e una sua intimità.

Per dire la nostra al mondo, che poi era il bar sotto casa o la bottega, l’ufficio, bisognava aspettare il giorno dopo. Non so proprio come si potesse resistere per tutto quel tempo e come non ci venisse in mente di suonare al vicino di casa per esporre immediatamente la nostra opinione e beccarci un mi piace o, piuttosto, un manrovescio.

Confesso che l’unica volta che ho visto Sanremo è stata durante il servizio militare e detestavo così tanto trovarmi in quel posto da avere nostalgia per i miei parenti che se ne stavano attaccati al televisore; l’anno dopo l’ho detestato ancor più perché mi ricordava quella volta nel refettorio e così via.

Non è un buon momento, mi ha reso triste la morte di un giovane con moglie e figli e non aver potuto far abbastanza per salvarlo; metto un po’ di musica, i Pink Floyd fanno al caso e, per non pensare, scorro la pagina di Facebook, i post: Sanremo – Votazioni – Immigrati – Sanremo – Votazioni – Immigrati, si alternano con una regolarità da orologio della Hunziker e, pur non guardano il festival, so tutto e mi viene in mente il refettorio e l’odore delle canne misto quello della crema lucida scarpe e penso a quanta memoria dovevamo avere per ricordare tutte le nostre sagge riflessioni fino al giorno dopo, poi penso anche a quanto sia inutile postare certe stronzate (quelle politiche intendo, quelle pro o contro gli immigrati ad esempio) perché tutt’al più susciteranno un po’ di fastidio ma nulla più, ognuno resterà nella sua irremovibile convinzione, che è più una paura, un’insicurezza se non una mancanza di conoscenza.

Ma ho scoperto che esiste un tasto su Facebook, un tasto che ignoravo, che non offende nessuno perché nessuno se ne accorge: “Non seguire più”, sarebbe un bel titolo per Sanremo.

Careful with that axe Eugene…


Alveare 2017

1 Ernesto Che Guevara – 2 Al capezzale dei vecchi – 3 La visita medica – 4 Il sindaco è come il pesce – 5 L’incidente dell’ambulanza – 6 Le nonne che giocavano a tombola – 7 Vi racconto il mio primo appuntamento al buio con una donna – 8 Barresi-Bottaro: che brutta storia – 9 Lei è un medico? Una donna? – 10 Quello strano fascista di Pinuccio Tarantini – 11 Rossella è andata via da Trani – 12 Disabili vs. normodotati. Volete sapere chi ha vinto? – 13 Ciao Ivan, compagno di liceo – 14 Lettera di Gesù Bambino – 15 Non sparate a Capodanno

Alveare 2018

1 Il problema etico di Giuseppe Tarantini – 2 Il Pronto Soccorso – 3 Il corte di Acca Larentia – 4 La razza del mio cane – 5 Alfredo Albanese – 6 Quale giorno della memoria? – 7 Sai già a chi votare? – 8 Caro Michele


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venerdì 9 Febbraio 2018

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