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Un ‘piccolo’ contributo di Trani nel docufilm di Daniele Vicari “Fela il mio dio vivente”

Fabio Pengo
Fabio Pengo
fela kuti michele avantario
Fela Kuti e Michele Avantario
L'opera di Daniele Vicari, in sala dal 21 marzo, sfrutta a piene mani le riprese fatte negli anni '80 dal videomaker tranese Michele Avantario
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Chiamare ‘piccolo’ il contributo di Michele Avantario, tranese di nascita scomparso nel 2003, nel docufilm “Fela il mio dio vivente” è pressoché riduttivo.  Il progetto, nelle sale italiane dal 21 marzo, e presentato ai festival nazionali dal regista Daniele Vicari, che avrà in Claudio Santamaria la voce narrante, si basa soprattutto sugli sforzi, sulle esperienze e sulla conoscenza che il videomaker sperimentale tranese aveva di Fela Kuti, cantante che ha fatto conoscere al mondo occidentale l’afrobeat tra fine anni 60′ e primi anni 90′.

Il docufilm pesca a piene mani dall’archivio di riprese che Avantario aveva realizzato negli anni ’80, quando aveva conosciuto l’artista nigeriano e, facendone il suo maestro. Il docufilm racconta il suo intero viaggio all’interno dell’universo di Fela Kuti: dall’arrivo a Lagos (Nigeria), fino al suo ritorno in Italia. Le riprese, che in un primo momento possono sembrare amatoriali e casuali, come ha affermato lo stesso Vicari in una intervista a FilmTv, sono la prova di come ‘Michele si sia fatto invadere dall’Africa”

martedì 19 Marzo 2024

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