Tre locali sequestrati alla criminalità organizzata che il Comune di Trani e la Procura della Repubblica hanno intenzione di dedicare all’assistenza sociale ed ai diritti legati al mondo della famiglia. E’ l’idea per il futuro del negozio bottega ai civici 55, 56A e 56B del Lungomare Cristoforo Colombo proposta dal Comune di Trani tramite una manifestazione d’interesse comunicata all’’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Sede Secondaria di Reggio Calabria. I beni immobili, definitivamente confiscati e devoluti all’Erario dello Stato, rientrerebbero in un piano di co-gestione e co-utilizzo proposto dalle due istituzioni per la realizzazione di un Centro Servizi per le famiglie.
Lo spazio, qualora sopraggiunga l’approvazione di ANBSC e successivamente del Consiglio Comunale, sarebbe destinata alle prestazioni: di mediazione familiare, a sostegno della riorganizzazione delle relazioni familiari per aiutare le parti a trovare le basi di accordi durevoli e condivisi che tengano conto dei bisogni di ciascun componente della famiglia e particolarmente di quelli dei figli; di funzionalizzazione di uno spazio neutro quale “contenitore” qualificato e protetto, idoneo alla gestione degli incontri tra bambini e genitori; di promozione e sviluppo all’affido familiare, come interventi che sensibilizzino il territorio cittadino all’affido e attivino le prime fasi di informazione, preparazione e acquisizione di consapevolezza da parte delle famiglie; di supporto alle famiglie adottive, attraverso il potenziamento dei percorsi di accoglienza nelle diverse modalità e tipologie (intrafamiliare, etero familiare, part time, famiglie di appoggio, affidamento a reti di famiglie) secondo il modello di intervento definito dalle linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare.
L’immobile risulta libero da persone e cose, nonchè in un buono stato manutentivo che permetterebbe l’assegnazione alle finalità sociali indicate entro un breve termine. La cifra prospettata per i lavori da eseguirsi è stata stimata a 250mila euro, arredi esclusi. Ora la decisione spetta all’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.