Diritto alimentare: dalla sostenibilità alla svolta green

Ad Maiora
L'avvocato Elio Enrico Palumbieri, specializzato in diritto alimentare, offre una chiara visione del settore agroalimentare in ottica giurisprudenziale
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La sostenibilità ambientale è un tema molto sentito in questo momento, su cui molte aziende, soprattutto in ambito alimentare, stanno strutturando le propri macchinari e prodotti, comunicando al consumatore questa nuova realtà con cui prima o poi ci si doveva confrontare. L'avvocato Elio Enrico Palumbieri, specializzato in diritto alimentare, offre una chiara visione del settore agroalimentare in ottica giurisprudenziale, partendo dalla sua opera “Introduzione al diritto alimentare” edita dalla casa editrice Ad Maiora.

 

Quali sono gli aspetti legali più importanti da rispettare e che consentono alle aziende di poter fregiarsi di questo titolo? 

Gli aspetti legali a cui far attenzione sono moltissimi. Quando parliamo di sostenibilità, infatti, parliamo di un processo evolutivo che richiede un metodo. La sostenibilità, che, ricordiamo, è sociale, economica e ambientale, non si "acquista" in pochi giorni ma richiede una ristrutturazione aziendale ragionata e ben pianificata. Per questo, spesso, si ricorre ad aggregazioni d'impresa specificamente dedite al raggiungimento di comuni obiettivi di sostenibilità. Provi a pensare all'economia circolare in chiave energetica: un'azienda, sola, può ben poco, specie se micro, piccola o media. Più aziende aggregate, invece, possono agire risparmiando risorse e ottenendo migliori performance. Il tutto, poi, si riversa sulla comunicazione di prodotto. Una ricerca della Commissione UE ha evidenziato come il 42% delle dichiarazioni "green" delle aziende europee debbano ritenersi esagerate, false o ingannevoli. Si tratta del fenomeno del "greenwashing" consistente nel comunicare falsamente la sostenibilità aziendale. Un problema non da poco se si considerano anche i possibili profili sanzionatori legati alla concorrenza sleale.

Sono soprattutto i consumatori a chiedere questa svolta green, assicurandosi di acquistare prodotti di aziende attente alla sostenibilità. Quali strumenti suggerirebbe per scegliere cibo sicuro, utili al consumatore per una spesa consapevole?

Prima di tutto è essenziale saper leggere adeguatamente l'etichettatura del prodotto alimentare. Purtroppo si tratta di un'operazione non semplice data la quantità e complessità dei dati spesso riportati. Spesso, peraltro, le certificazioni e le informazioni legati alla sostenibilità vengono riportate solo sui siti web dell'azienda. Suggerirei una ricerca più accurata di tali dettagli anche online. 

L'etichettatura del cibo è diventato un punto focale, soprattutto dal punto di vista giuridico. Recentemente si è anche discusso dell'etichettatura del vino. Quali suggerimenti sentirebbe di dare per ottenere etichette facilmente interpretabili dal consumatore?

Torniamo al punto precedente. Vale la pena fare una proposta. In assenza di norme mirate alla semplificazione della lettura dell'etichetta gli imprenditori possono utilizzare le c.d. "informazioni volontarie". Queste, se ben strutturate, possono agevolare la lettura dell'etichetta e fornire al consumatore nozioni utili a distinguere i prodotti. C'è, poi, l'enorme mondo della blockchain applicata al settore alimentare che consente l'applicazione in etichetta di un codice scannerizzabile con lo smartphone e in grado di rinviare a una pagina web con tutte le informazioni su origine del prodotto e processi di trasformazione.

Il suo libro "Introduzione al diritto alimentare" è il frutto della sua attività anche sui social network. Vuole raccontarci se e quale spunto è arrivato dai suoi social per la stesura del testo?

Il settore agroalimentare ha bisogno di un costante confronto per crescere. Urge una visione condivisa, aggregante, innovativa per tutelare il made in Italy e per proiettarlo verso il futuro. Per questo ho avvertito l'esigenza di confrontarmi. Lo faccio tramite il mio blog (eliopalumbieri.it), i social network e i miei podcast. Dalla pubblicazione di contenuto nasce dibattito e, oggi, posso contare su una community anche internazionale di professionisti e operatori che rende estremamente stimolante il mio lavoro. Il libro contiene moltissimi spunti frutto di questo confronto: casi di studio, osservazioni, idee, best practices.

Il suo libro è stato pubblicato dalla Ad Maiora, com'è iniziata la sua collaborazione con la casa editrice di Trani?

Devo l'avvio della collaborazione al collega Avv. Francesco Logoluso che mi ha introdotto al mondo editoriale. Una casa editrice così strutturata è un bene prezioso per il territorio. Consente allo stesso di esprimere le proprie idee, generare dibattito, mettere in luce problemi e soluzioni. Un presidio irrinunciabile.
 

lunedì 17 Maggio 2021

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