Una perdita importante

Dott.ssa Emma Quinto
Dormivo con lui, quando ho sentito dei lamenti che mi hanno svegliata...
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«Buonasera dottoressa mi chiamo Lucia, ho 42 anni. Non capisco bene perchè le sto scrivendo, non è una cosa che mi appartiene, ma mi sono fermata a riflettere su quello che mi è successo esattamente 2 anni e mezzo fa. Non parlo per paura di rivivere emotivamente quel momento così doloroso.

Ho perso mio marito, è morto mentre eravamo insieme. Dormivo con lui, quando ho sentito dei lamenti che mi hanno svegliata, sono corsa ad accendere la luce e l'ho trovato che stava molto male, stava morendo ed io ero lì. Ho chiamato i soccorsi ma non è servito a niente, era infarto. Sono passati due anni e sto molto male e da quando è successo non riesco piu a mettere piede nella nostra casa, a meno chè non sono accompagnata da qualcuno, ma quello chè mi turba di piu è chè sono passata da andare due volte al giorno al cimitero a non riuscire piu ad andarci. Non capisco cosa mi sia successo, non riesco a darmi una spiegazione: come mai questo rifiuto nell' andare al cimitero e in casa mia?»

Cara Lucia, stai attraversando il forte dolore legato alla perdita di una persona cara, il lutto per una persona molto vicina che se n'è andata in maniera improvvisa, senza neppure darle il tempo di capire cosa stava accadendo e farsene una ragione. Tuo marito se ne è andato improvvisamente, in maniera brusca, dolorosa, lasciandole un enorme vuoto dentro, che ancora fatica a colmare.

Mi dici che sono passati due anni e mezzo dal momento della morte di tuo marito, e ancora il dolore tarda a placarsi.Purtroppo non esiste una durata minima per un lutto, accettare la morte di una persona cara è un percorso molto soggettivo, in cui ogni persona trova il proprio modo di reagire, arrabbiandosi, piangendo, disperandosi, chiudendosi a riccio in un silenzio profondo, per un tempo variabile, che non può essere deciso a priori.

Nel tuo caso evidentemente due anni non sono stati sufficenti ad elaborare questa perdita, non sono bastati a placare questo dolore così profondo, ma sicuramente se ti fermi a pensare, in due anni, un minimo di serenità sei stata in grado di guadagnartela già per il fatto che mi stai scrivendo, che stai mettendo all'esterno quello che fino ad ora hai tenuto solo per te, o per pochi, ognuno ha i propri tempi, ed è importante che tali tempi vengano rispettati.

Si dice che un lutto duri in media poco più di un anno, quattordici mesi per la precisione, dal momento che dopo dodici si rivive l'anniversario della morte, ed è facile che la ferita si riapra. Ma ogni individuo è diverso, ogni individuo ha bisogno di dare una forma e un senso alla morte, e per farlo è necessario tutto il tempo possibile. Ti chiedi come mai non riesci più ad andare al cimitero o nella casa dove vivevi con tuo marito? Evidentemente questi luoghi le risvegliano ricordi, ricordi che le danno troppa tristezza, ricordi che la fanno soffrire, ricordi che preferisci tenere a bada, per sopravvivere, per non soffrire ulteriormente.

So che può sembrare impossibile in certi momenti, ma ascolta il tuo dolore, perchè è naturale provarlo, e non te ne vergognare, non te ne fare una colpa, non lo nascondere: il tuo dolore è quanto di più umano possa esistere. Non devi forzarti nell'andare in questi luoghi, rispetta i tuoi sentimenti, il tuo dolore, rispetta i tuoi tempi e i tuoi bisogni. Prima o poi riuscirai a recarti nuovamente al cimitero, hai bisogno solamente di un po' più di tempo per elaborare il tuo dolore. Quando ci sari riuscita vedri che le ti verrà naturale fare cose che adesso ti sembrano difficili. Mi farebbe molto piacere se mi venissi a trovare per parlarne insieme, se hai avuto la forza di scrivermi….hai sicuramente la forza per reagire.

Hai una domanda da fare alla Dott.ssa Quinto? www.emmaquinto.it

giovedì 16 Febbraio 2012

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