Uno dei settori in grave difficoltà in questo momento è quello degli spettacoli dal vivo, inclusinquelli teatrali. Il teatro è un mondonfatto di incontri e dincondivisione, dove ci si incontra fisicamente, ma questo ora ènimpossibile. La crisi del teatro investe tanti soggetti: attori,ntecnici di scena, organizzatori, costumisti, scenografi e coinvolgenanche noi spettatori. Innquesti mesi il settore teatrale ha cercato di reinventarsi, proponendoni propri spettacoli su piattaforme diverse, dalla televisionentradizionale ai social. L’idea, a livello locale, è nata da parte dinAnnamaria Di Pinto, attrice, autrice, regista e direttrice artisticandella compagnia “Il Cielo di Carta”.
“Ilnteatro non si “rassegna“! Questo è il titolo che abbiamondato alla nostra trasmissione, le interviste del cielo di carta, inndiretta sulla nostra pagina Facebook, nella quale parliamo connartisti, colleghi e collaboratori del nostro mondo teatrale. Siamontutti lavoratori e professionisti dello spettacolo che esprimono, conndignità, il disagio del fermo delle loro attività. Questanpandemia – continua Annamaria – ha insegnato, o dovrebbe avernsuggerito, che siamo tutti uguali: si è compattata l’idea che tuttini lavoratori, dal più o meno famoso, siano tutti comunquenlavoratori, ovvero persone che vivono professionalmente di questonmestiere con partite Iva, iscrizione all’Inps e contributi versati.nIo rientro nella categoria degli attori professionisti e purtroppo,nancora oggi, ci siamo ritrovati a dover sottolineare come questo sianil nostro lavoro e non un gioco. Credo sia anche importantensottolineare la presenza femminile in questo mondo, anche a Trani cinsono moltissime professioniste dello spettacolo ad esempio. In questinmesi mi sono unita al gruppo ”Mujeres nel teatro” per parlare dindiritti e creatività nel mondo femminile e non solo al tempo delnCovid-19. Noi siamo stati molti pazienti e lo siamo ancora perchènci rendiamo conto che il teatro crea assembramento, però attenzionenperchè il teatro non è solo lo spettacolo e il palcoscenico, ilnteatro è una serie infinite di attività che si svolgono prima enintorno ad uno spettacolo: la formazione, la progettazione, le prove,ni corsi e le scuole. Tutte le scuole d’arte sono associazioninculturali: canto, danza, musica e teatro sono rimaste escluse danqualsiasi tipo di attenzione o contributo”.
Che proposta faresti alle autoritàncompetenti, per tentare di salvare il mondo del teatro in questo momento?
“Chiedo a livello regionale, e anchencomunale, che qualcuno prenda in cura questo patrimonio. Operiamo sulnterritorio nazionale come compagnia teatrale dal 2008 e come scuolandi formazione teatrale dal 2013, siamo iscritti ad un albo regionalene comunale, abbiamo all’attivo attività di ogni tipo. Non sianquesto il momento di metterci i bastoni tra le ruote con bandi enfinanziamenti perchè abbiamo già dimostrato chi siamo, esistendone resistendo da anni. Chiedo, e penso a nome di tutte le associazioninche gestiscono spazi privati, o un aiuto sugli affitti di questinspazi o la gestione di spazi pubblici in modo da non condannarci anmorte. Avrete bisogno di noi, di socializzazione, di arte e dincultura. Chiedo al sindaco, Amedeo Bottaro, di farsi carico delnpatrimonio delle associazioni del “suo Albo comunale” senaspiriamo ad essere Capitale della cultura. Basta con la vanitànattoriale, siamo tutti lavoratori e lavoratrici dello spettacolo”.
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